Tempio
Il tempio e il teatro sono gli edifici più importanti della città; costruiti con largo impiego di materiali, sono stati quasi integralmente depredati nel corso dei secoli; per questo, del tempio rimangono solo il nucleo in calcestruzzo e alcuni
blocchi di fondazione delle colonne del pronao. Il tempio era costruito su un alto podio e aveva sei colonne di stile corinzio sulla fronte; ad esso si accedeva tramite una scalinata, davanti alla quale era l’altare, riconoscibile nel nucleo in opera cementizia mancante del rivestimento in blocchi. Internamente la cella era decorata su tre lati da colonne; sul lato di fondo è in parte conservato il basamento della statua di culto. Un’ipotesi vede in Apollo la divinità cui era dedicato il tempio; la proposta si basa anche su un’iscrizione (APELLUNE) presente su una mensa votiva riutilizzata come soglia in una taberna lungo la via Claudia Nova.
Il tempio si affacciava sulla piazza del foro ed era circondato su tre lati da un portico a due navate, attraveerso il quale si accedeva all’area sacra a cielo aperto. Le continue spoliazioni perpetrate dall’età post-antica hanno lasciato solo alcuni plinti in calcare delle basi del colonnato del portico; i restauri del 1996 hanno ripristinato in cementizio i blocchi mancanti, per rendere comprensibile la forma
dell’edificio. All’interno del braccio occidentale sono stati ricavati ambienti di ricovero per chi si occupava del riutilizzo dei materiali romani.
Il complesso sacro (tempio e portico) è stato costruito nella seconda metà del I sec. a.C. in un’area cultuale preromana, legata all’affioramento della falda idrica sul pianoro; infatti il lato posteriore del tempio, in corrispondenza della base della statua di culto, si attesta sulla polla d’acqua. Alla fase preromana appartengono una fossa votiva, una piccola cisterna (oggi non visibili) e un blocco in calcare, sigillati dalla costruzione del portico. Il blocco deve aver costituito il sostegno di una struttura lignea che trovava posto nell’incasso a forma di H, collegato attraverso un foro ad una vaschetta per la raccolta dei liquidi. Sembra plausibile ricostruire una struttura assimilabile ad un altare, su cui si potessero presentare offerte liquide o semiliquide. Altri sei esemplari analoghi sono stati trovati nella zona vestina; sembra quindi un elemento di culto caratteristico del popolo dei Vestini.